Cyberstalking, deepfake pornografici e manipolazione di immagini con intelligenza artificiale, molestie e revenge porn, sextortion.(1) Sono solo alcune delle forme che può assumere la violenza di genere digitale. Un fenomeno in rapida espansione che negli ultimi anni ha assunto proporzioni allarmanti in tutto il mondo, Italia inclusa(2), complici l’anonimato garantito dalla rete, l’avvento dell’AI e l’assenza di leggi efficaci capaci di reprimere gli abusi e proteggere le vittime.
Eppure la violenza digitale è violenza reale: non resta confinata online ma si riversa velocemente nelle case, nelle scuole e nelle strade. Ha conseguenze nel mondo reale (offline): fisiche, psicologiche, economiche e professionali. L’abuso che nasce sulla rete genera paura, induce al silenzio e all’autoesilio, danneggia reputazioni e carriere, e sfocia, nei casi peggiori, nella violenza fisica e nel femminicidio.
Per rivendicare il diritto a uno spazio digitale sicuro per tutte e tutti – in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – UN Women lancia la campagna UNiTE – 16 giorni di attivismo puntando i riflettori sugli abusi che si consumano online: dal 25 novembre al 10 dicembre (Giornata internazionale dei diritti umani) anche UN Women Italy si tingerà di arancione, il colore simbolo di un futuro libero da ogni forma di violenza, per ribadire: «Nessuna scusa» per la violenza digitale (#NoExcuse).
LA CAMPAGNA UNiTE 2025 L’Agenzia dell’Onu lancia un appello in particolare a governi e aziende tecnologiche affinché mettano in campo misure capaci di stare al passo con un fenomeno che si espande velocemente e ha portata transnazionale. Le leggi però non bastano: è necessario investire sulla prevenzione e sull’educazione affettiva per superare stereotipi di genere e modelli di maschilità tossica.
«Abbiamo bisogno di leggi all’altezza di un fenomeno nuovo e in continua evoluzione rispetto al quale gli strumenti del passato mostrano tutti i loro limiti. Ma le leggi, per quanto buone, di per sé non bastano: è necessario fornire alle vittime di violenza digitale supporto immediato per contenerne gli effetti.Allo stesso tempo è necessario richiamare alle loro responsabilità le aziende tecnologiche, affinché le piattaforme social cessino di essere zone franche senza regole e diritti. A monte di tutto tuttavia sta la necessità di superare pregiudizi e stereotipi tossici, vero terreno di coltura per tutte le forme di violenza di genere»,
spiega Katja Besseghini, avvocata, consigliera di amministrazione di UN Women Italy e responsabile della campagna UNiTE.
NEL MIRINO GIORNALISTE E GIOVANI DONNE Per milioni di donne nel mondo “stare online” significa attraversare ogni giorno un campo minato costellato di pericoli. Malgrado i dati disponibili non permettano di apprezzare per intero la portata e la natura di un fenomeno che resta in gran parte sommerso e invisibile, gli studi più recenti indicano un’incidenza della violenza digitale sulle donne che varia tra il 16 e il 58% in rapporto a fattori demografici come l’età e l’area geografica (3) .
Nell’Unione europea si stima che a subire molestie online sia 1 donna su 10(4). In Italia la polizia postale nel 2024 ha registrato quasi 2mila casi di reati online contro le donne. Di questi, risulta in aumento il cyberstalking (+8%) mentre appaiono in calo reati come la sextortion (-3%), il revenge porn (-5%) e le molestie (-24%)(5).
Nel mirino sono soprattutto le donne più esposte e con un profilo pubblico, come le attiviste per i diritti umani, quelle che rivestono cariche politiche e le giornaliste: oltre due croniste su tre nel mondo hanno subìto violenza online(6) nello svolgimento del proprio lavoro. Di queste il 20% dichiara di essere stata vittima di abusi nella vita reale (offline) in relazione alla violenza subita online. Alcuni gruppi del resto sono più a rischio di altri. È il caso delle donne con disabilità, nere, lesbiche e migranti. (7) Anche l’età è un fattore che accresce il livello di rischio: le ragazze e le giovani donne sono più soggette alla violenza digitale.(8)
NESSUNA LEGGE IN 6 PAESI SU 10 Malgrado un fenomeno che si espande a macchia d’olio, nel mondo solo 4 Paesi su 10 hanno adottato leggi contro la violenza digitale, con l’effetto che quasi 2 milioni di donne (metà della popolazione femminile globale) risultano nei fatti prive di tutela giuridica.(9)
AI E VIOLENZA DI GENERE La rapida diffusione dell’intelligenza artificiale non ha fatto che accrescere il fenomeno in modo esponenziale, amplificando “vecchie” forme di violenza e creandone di nuove, dall’impersonificazione finalizzata all’adescamento e all’estorsione(10) al deepfake (9 volte su 10 immagini pornografiche non consensuali che raffigurano donne)(11). Sul fronte normativo si registrano passi in avanti(12) ma non è sufficiente. C’è bisogno di cooperazione a livello internazionale per governare un fenomeno che non conosce confini.(13)
«Se utilizzata in modo consapevole e rispettoso, l’intelligenza artificiale può diventare una forza straordinaria capace di amplificare le voci delle donne, valorizzarne le esperienze e sostenere le loro battaglie. Ma per costruire un futuro libero dalla violenza – anche quella digitale – è fondamentale che proprio gli uomini si assumano la responsabilità di cambiare la cultura, contrastare gli abusi e diventare parte attiva della soluzione»,
commenta la Presidente di UN Women Italy Darya Majidi.
EDUCAZIONE E PREVENZIONE Oltre agli interventi normativi, è necessario investire nella prevenzione, nell’educazione e nel cambiamento culturale. L‘alfabetizzazione digitale è una delle risorse principali di cui donne e ragazze dispongono per difendersi dagli abusi commessi sulla rete. In questo senso, la guida alla sicurezza online (Online Safety 101) messa a punto da UN Women vuole essere un strumento concreto per aiutare a usare in modo consapevole la tecnologia e a riconoscere la violenza digitale.(14)
Per agire alla radice del problema però è cruciale puntare sull’educazione dei ragazzi, a cominciare dall’insegnamento dell’affettività a scuola. È in classe che dovrebbe cominciare il percorso che porta al superamento di stereotipi di genere e modelli di maschilità tossica in favore di relazioni improntate al rispetto e all’uguaglianza.
FEMMINICIDI: 50MILA VITTIME NEL MONDO Appare ormai evidente come la violenza online, lungi dall’essere “virtuale”, sia reale e in continuità con quella fisica. L’ultimo report sui femminicidi elaborato da UN Women e UNODC non mostra progressi sostanziali. Nel mondo decine di migliaia di donne continuano a essere uccise per mano di un partner intimo o di un familiare: nel 2024 le vittime sono state 50mila – 137 al giorno, una ogni dieci minuti – in linea con il dato registrato nel 2023. La maggiore incidenza è stimata in Africa (3 ogni 100mila donne, pari a 22.600 casi) mentre l’Europa è all’ultimo posto con 2.100 vittime (0,5).(15)
LA VIOLENZA DI GENERE IN ITALIA In Italia, secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno, nei primi nove mesi del 2025 le donne uccise in ambito familiare e affettivo sono state 60(16). Un dato che, se si considerano gli ultimi casi documentati dalle cronache, sfiora le 80 vittime.(17)
Allargando l’obiettivo alla violenza fisica e sessuale, la fotografia scattata dall’Istat restituisce un quadro preoccupante: sono circa 6 milioni e 400mila (il 31,9%) le donne italiane tra i 16 e i 75 anni che dichiarano di averla subita almeno una volta nel corso della propria vita. Un dato sostanzialmente stabile rispetto a quello rilevato nel 2014. Ad allarmare è soprattutto l’aumento significativo della violenza ai danni delle più giovani (16-24 anni), che dal 28,4% balza al 37,6%. La crescita riguarda in particolare gli abusi di natura sessuale (dal 17,7% al 30,8%) e quelli perpetrati da ex partner (dal 5,7 al 12,5%). L’indagine mostra come a commettere stupro siano in prevalenza (64%) i compagni, attuali o passati, mentre gli autori estranei alla vittima sono poco meno del 7%.(18)
FONTI
- Online safety 101: What every woman and girl should know, UN Women | La violenza informatica contro le donne: riconoscere e prevenire, polizia postale
-
La Polizia postale chiude la piattaforma di contenuti sessisti, Ansa
-
Intensification of efforts to eliminate all forms of violence against women and girls: technology-facilitated violence against women and girls, Report of the Secretary-General | “Global evidence on the prevalence and impact of online gender-based violence”, Institute of Development Studies
-
Violence against Women: A EU Survey, European Union Agency for Fundamental Rights (FRA)
-
Report annuale 2024, polizia postale
-
The Gender Snapshot 2025 – Progress on the Sustainable Development Goals, UN Women | The Chilling: global trends in online violence against women journalists; research discussion paper, Unesco | Online violence against women journalists: a global snapshot of incidence and impacts, Unesco
-
Technology-facilitated violence against women: Taking stock of evidence and data collection, UN Women
-
Quasi il 60% di ragazze (15 e i 25 anni) ha subìto qualche forma di abuso online – Free To Be Online, Plan International
-
Global Database on Violence against Women and Girls, UN Women | Women’s Safety, Banca mondiale
-
AI-powered online abuse: How AI is amplifying violence against women and what can stop it, UN Women
-
A horrifying new AI app swaps women into porn videos with a click, MIT
-
Leggi sono in vigore nel Regno Unito e in Messico. Nel 2024 l’Ue ha approvato il regolamento sull’AI AI Act, Commissione Ue
-
High-Level Advisory Body on Artificial Intelligence, United Nations Vanno in questa direzione iniziative come il comitato scientifico sull’AI istituito di recente nell’ambito del Global Digital Compact delle Nazioni Unite
-
Online safety 101: What every woman and girl should know, UN Women
-
Femicides in 2024: Global estimates of intimate partner/family member femicides, UN Women / United Nations Office on Drugs and Crimes (UNODC)
-
Omicidi volontari, report ottobre 2025, ministero dell’Interno | Nel 2024 gli omicidi registrati dal Viminale erano stati 96, Omicidi volontari, report 2024, ministero dell’Interno
-
Il 18,8% ha subìto violenze fisiche e il 23,4% violenze sessuali (gli stupri o i tentati stupri sono il 5,7%). La terza edizione dell’indagine Istat sulla violenza contro le donne è condotta su un campione di circa 17.500 cittadine italiane tra i 16 e i 75 anni intervistate tra marzo e agosto 2025 – La violenza contro le donne, dentro e fuori la famiglia, Istat