Milioni tra donne e ragazze in tutto il mondo ogni anno subiscono qualche forma di violenza online[1]: in testa diffamazione e disinformazione (2 su 3) ma anche abusi sessuali, discorsi d’odio, impersonificazione, stalking, doxing (diffusione di informazioni personali), minacce e abusi attraverso immagini e video[2]. E l’avvento dell’Intelligenza artificiale generativa non ha fatto che amplificare il fenomeno[3]. È ormai evidente come la violenza di genere digitale abbia assunto proporzioni allarmanti. E l’Italia non fa eccezione, come testimoniano le recenti cronache che hanno portato alla luce pagine social e siti web sessisti[4]. È dunque necessaria un’azione congiunta di società civile, istituzioni e aziende tecnologiche.
Non è un caso se quest’anno il summit HeforShe – promosso da UN Women nell’ambito dell’80ª Assemblea generale delle Nazioni Unite – abbia puntato i riflettori proprio sulla violenza di genere digitale. Un tema che sarà al centro anche della campagna UNiTE di UN Women, al via il prossimo 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne[5].
Presenti più di quaranta tra capi di Stato e di governo, ministri e organizzazioni della società civile[6], a rappresentare l’Italia c’erano la presidente di UN Women Italy Darya Majidi e Gino Cecchettin, uno degli advocate italiani di HeforShe, il movimento globale inaugurato dalle Nazioni Unite nel 2014 per promuovere la parità di genere attraverso il coinvolgimento diretto di uomini e ragazzi[7] e approdato in Italia lo scorso maggio[8].
Proprio al recente lancio di “HeforShe” nel nostro Paese è dedicato un capitolo del report d’impatto 2025presentato nel corso del summit per documentare i progressi compiuti dal movimento a livello globale[9].
“MANOSFERA” E MISOGINIA – Di particolare allarme è la presenza ormai capillare della cosiddetta “manosfera”, una rete eterogenea di movimenti e community online che diffondono e amplificano misoginia, disinformazione e violenza di genere. A unirli è l’opposizione al femminismo e la convinzione che gli uomini siano presunte “vittime” del contesto sociale e politico che favorirebbe ingiustamente le donne[10]. A preoccupare è soprattutto l’influenza negativa che simili piattaforme possono esercitare su adolescenti e giovani uomini rispetto a temi come i ruoli di genere, le relazioni affettive e la mascolinità. A riprova della pervasività del fenomeno, un recente studio condotto per HeforShe mostra quanto la retorica sessista sui social media preoccupi Millennials (76%) e Generazione Z (80%)[11].
E l’esposizione pubblica delle donne non fa che esacerbare il fenomeno. Come mostra l’ultimo Gender Snapshot Report di UN Women, oltre due giornaliste su tre nel mondo hanno subìto violenza online[12].
HEFORSHE: IL RUOLO DEGLI UOMINI – È dunque indispensabile che gli uomini siano alleati delle donne contro la violenza che si consuma online e che può facilmente travalicare i confini della rete per riversarsi nelle case, nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Del resto il movimento HeforShe ha preso le mosse, oltre dieci anni fa, proprio dalla convinzione che gli uomini debbano essere parte della soluzione.
«Noi uomini abbiamo una responsabilità chiara in questo cambiamento. Non possiamo limitarci a osservare: dobbiamo riconoscere e contrastare misoginia, odio e modelli tossici di maschilità che circolano sul web», ha commentato a margine del summit Gino Cecchettin, presidente della Fondazione Giulia, nata in memoria della giovane figlia vittima di femminicidio.
Il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite è per Cecchettin uno snodo importante che gli consente di far arrivare la propria voce oltre i confini nazionali: «Essere Advocate di “HeForShe” per me è una responsabilità chiara. Significa trasformare un’esperienza personale di dolore in un impegno concreto per il cambiamento, mettendo la mia voce al servizio di questo messaggio: la parità non riguarda solo le donne, ma tutti. Il mio compito è dimostrare che gli uomini possono e devono avere un ruolo attivo, scegliendo ogni giorno di promuovere rispetto, equità e relazioni libere dalla violenza».
L’APPELLO A GOVERNI E BIG TECH – Accanto all’impegno della società civile – e segnatamente degli uomini – è necessaria l’azione congiunta di istituzioni e aziende tecnologiche per arginare la piaga della violenza di genere che corre sulla rete. Per questo UN Women Italy rinnova l’appello a governi e big tech lanciato lo scorso marzo dalla HeforShe Alliance[13]. Una chiamata all’azione che chiede alle piattaforme digitali, tra le altre cose, di implementare politiche severe contro abusi e violenza di genere. I governi dal canto loro devono mettere in campo norme più stringenti per contrastare i discorsi d’odio online e conferire poteri più ampi alle autorità di controllo nei confronti delle piattaforme che ospitano contenuti misogini. Parallelamente è necessario che le istituzioni lavorino di concerto per introdurre nelle scuole programmi di alfabetizzazione digitale che puntino su educazione e prevenzione contro la diffusione di misoginia e mascolinità tossica.
«È urgente che tutti gli attori coinvolti uniscano gli sforzi contro la violenza di genere online. Da un lato le istituzioni, con politiche educative incentrate sulla prevenzione e leggi più stringenti per contrastare gli abusi. Dall’altro le grandi aziende tecnologiche, che devono impedire alle loro piattaforme di trasformarsi in zone franche dove prosperano con impunità violenza e misoginia. Imprescindibile il ruolo degli uomini. “HeforShe” vuol dire proprio questo: per costruire un mondo più equo e giusto, le donne hanno bisogno degli uomini al proprio fianco», ha ribadito dal palazzo delle Nazioni Unite Darya Majidi, che ha poi aggiunto: «Siamo onorati del riconoscimento arrivato dall’Onu e allo stesso tempo avvertiamo il peso della responsabilità che porta con sé».
Fonti:
[1]Digital abuse, trolling, stalking, and other forms of technology-facilitated violence against women, UN Women
[2]Intensification of efforts to eliminate all forms of violence against women and girls: technology-facilitated violence against women and girls – Report of the Secretary-General, United Nations
[3]“Your opinion doesn’t matter, anyway”, Exposing Technology-Facilitated Gender-Based Violence in an Era of Generative AI, Unesco
[4]La Polizia postale chiude la piattaforma di contenuti sessisti, Ansa; Insulti e commenti sessisti e violenti, Meta rimuove il gruppo Facebook ‘Mia Moglie’, Ansa
[5]16 Days of Activism 2025: End digital violence against all women and girls, UN Women
[6] Presenti tra gli altri il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, “Champion” di “HeforShe”, cui è stato affidato l’intervento principale – HeForShe Champions for Gender Equality, HeForShe
[8] Gli altri advocate HeforShe di UN Women Italy sono l’attore Alessio Boni, il professor Alessandro Rosina, Luca Fratini (ministero degli Esteri), Corrado Tomassini e Filippo Agnello (board di UN Women Italy) – Nasce in Italia il capitolo di HeForShe per la Parità di Genere, UN Women Italy
[9]HeforShe Alliance Impact Report 2025, UN Women
[10]What is the manosphere and why should we care?, UN Women
[11]IWD 2025: A fair world for ALL women and girls, Team Lewis
[12]The Gender Snapshot 2025 – Progress on the Sustainable Development Goals, UN Women; The Chilling: global trends in online violence against women journalists; research discussion paper, Unesco
[13] Joint Open Letter: Calling For Action Against Online Misogyny, HeForShe