Promuovere la parità di genere non è solo una questione di equità sociale, ma una leva strategica per la crescita economica, l’innovazione e la competitività del Paese. Ridurre il gender gap nel lavoro può rappresentare anche un antidoto al declino demografico e alle sfide poste dall’intelligenza artificiale. È su questi temi che si concentra l’impegno di UN Women Italy, che promuove i Women’s Empowerment Principles (WEPs) delle Nazioni Unite e la certificazione per la parità di genere UNI/PdR 125:2022, strumenti concreti per supportare le imprese nel percorso verso una maggiore inclusione.
Gender gap in Italia: un freno allo sviluppo
Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, l’Italia registra ancora uno dei più bassi tassi di occupazione femminile in Europa, fermo al 53%, con un divario occupazionale tra uomini e donne vicino al 18%. Anche ai vertici aziendali, la presenza femminile è limitata: solo il 28% delle posizioni apicali in Italia è occupato da donne, rispetto a una media europea del 35%.
Dati emersi a Milano il 30 giugno durante l’evento “La parità di genere (non) è un’impresa”: un confronto tra istituzioni e aziende per esplorare gli strumenti e le politiche che possono contribuire concretamente a colmare il divario di genere, favorire la cultura dell’inclusione e rilanciare l’economia.organizzato da UN Women Italy, in collaborazione con Deloitte e Winning Women Institute, knowledge partner, e Havas Pr, Advocacy & Communication Partner, in cui è stato presentato il report “Empowerment femminile come leva strategica per la crescita aziendale e l’innovazione”, realizzato da Deloitte con la collaborazione di UN Women Italy e Winning Women Institute.
WEPs e certificazione per la parità di genere: strumenti per il cambiamento
Le aziende, pubbliche e private, possono giocare un ruolo centrale nel ridurre il divario di genere. Oltre alle politiche pubbliche e agli interventi normativi (come i congedi parentali e le quote di genere nei CDA), strumenti volontari come i WEPs e la certificazione UNI/PdR 125:2022 stanno dimostrando un forte impatto positivo.
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I WEPs, lanciati da UN Women e UN Global Compact, promuovono prassi aziendali inclusive: equità salariale, pari opportunità di carriera, prevenzione delle molestie, tutela della salute e sicurezza sul lavoro.
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La certificazione UNI/PdR 125:2022 ha già coinvolto oltre 8.100 aziende italiane ed è oggi la quarta più adottata a livello nazionale, anche grazie agli incentivi pubblici previsti dal PNRR.
L’Italia ancora indietro nella classifica globale
Secondo il Global Gender Gap Report 2025 del World Economic Forum, nessun Paese ha ancora raggiunto la piena parità di genere. L’Italia è all’85° posto su scala mondiale, guadagnando solo due posizioni rispetto all’anno precedente. Le cause principali del ritardo sono ostacoli culturali, accesso limitato al credito, politiche di welfare inadeguate e bassa presenza femminile nel settore STEM e ICT.
Nel 2023, solo il 13,7% delle startup innovative italiane è stato fondato da donne. Nei settori tecnologici e dell’intelligenza artificiale, la presenza femminile resta marginale: solo il 6% delle donne lavora nello sviluppo software e il 12% nella ricerca AI a livello globale.
Intelligenza artificiale e parità: sfida e opportunità
Il gender gap nella tecnologia è un problema critico: le donne rappresentano solo il 20,6% degli iscritti ai corsi universitari in ICT. Questo squilibrio si riflette nei bias algoritmici e nelle disuguaglianze replicate dalle nuove tecnologie.
Come sottolinea Darya Majidi, presidente di UN Women Italy:
“È essenziale coltivare una mentalità digitale nelle ragazze. Le tecnologie del futuro, se inclusive, possono offrire grandi opportunità di emancipazione ed equità economica.”
Parità di genere come motore di crescita economica
Numerose analisi confermano il valore economico della gender equality:
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Secondo il FMI, la riduzione delle disuguaglianze di genere nel lavoro può far crescere il PIL dei Paesi emergenti fino all’8%.
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Il Global Gender Gap Report stima che l’eliminazione del divario potrebbe portare a un aumento del PIL del 23% nei Paesi in via di sviluppo.
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Le imprese con almeno tre donne nei CDA registrano migliori performance finanziarie e risultati ESG superiori alla media.
Come afferma Silvana Perfetti, Chair di Deloitte Central Mediterranean:
“La parità di genere è una priorità economica. Le aziende devono trasformare l’inclusione in infrastruttura strategica per la crescita.”
Un impegno condiviso per un futuro più equo
UN Women Italy, attraverso il suo impegno nella promozione dei WEPs e della certificazione UNI/PdR 125:2022, sostiene un cambiamento concreto e misurabile. Per costruire un futuro più inclusivo, equo e competitivo è necessario integrare la parità di genere nei processi decisionali, educare le nuove generazioni e sostenere le imprese virtuose.